Non ho dubbio sul fatto che leggere i manga e guardare i cartoni è una delle condizioni di essere una vera persona di cultura, almeno in Giappone.
Oggi ho sentito una trasmissione radio giapponese, in cui tre comici parlavano e discutevano su varie notizie in Giappone. (un po’ come quella di Trio Medusa). Un grande news è che è stato pubblicata l’ultima puntata di “KOCHI KAME”, la serie di manga più lungo del mondo, in un weekly manga magazine JUMP.
L’autore Akimoto Osamu ha debbutato nel 1976 sempre nel JUMP e ha continuato a pubblicare le puntate ogni settimana per i 40 anni senza mancare nemmeno una settimana. I due dei tre comici parlavano dei personaggi e degli episodi preferiti del “KOCHI KAME”. Però uno non l’ha mai letto quindi non aveva da dire ed era rimasto silenzio.
“Ma come?” ho detto da solo. Non importa se gli interessa o no a leggere i manga. Se un artista continua a pubblicare le opere per 10 anni è già un grande successo. Non importa quale categoria di cultura. Durante i 40 anni quel comico avrebbe dovuto avere qualche occasione almeno per dare un’occhiata di “KOCHI KAME” ma lui non aveva mai mostrato interesse. Lui è conosciuto un grande appassionato di letteratura ed è considerato un comico intellettuale. Ma io non lo vedo una vera persona di culutra.
Durante una conversazione nella vita quotidiana si direbbe scherzando “Ma il tuo sopracciglio è bel grosso come quello di Ryo-san (il nome del protagnoista di “KOCHI KAME”)”. No occorre spicificare Ryo-san di KOCHI KAME perchè è sotto intenso.
Nella vita si direbbe anche “Lo stile di questo autore è simile a quello di Mishima Yukio”. Questo è un dialogo più intellettuale??
Per me è uguale!
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